La Professione Infermieristica e l’Esercizio Libero Professionale

COLLEGIO IPASVI & LIBERA PROFESSIONE
di Marianna Perilli

Attraverso il Collegio IPASVI, lo Stato controlla le caratteristiche e l’operato all’Ente, con la finalità di tutelare i Cittadini che fruiscono dei Servizi erogati dai Professionisti iscritti, vigila sull’osservanza della normativa e controlla i regolamenti e le Linee Guida emanate dalla Federazione IPASVI, con particolare riferimento al Codice Deontologico.

Il Collegio tiene costantemente aggiornato l’Albo, verificando il possesso dei requisiti del Professionista che ne richiede l’iscrizione e certificando l’iscrizione stessa.
Quando un Infermiere desidera intraprendere la Libera Professione, il Collegio verifica l’acquisizione della Partita IVA, l’iscrizione all’Ente Nazionale Previdenza e Assistenza Professioni Infermieristiche (ENPAPI) e il possesso della polizza assicurativa previste dalla legge. Concede, su richiesta, il nulla osta alla pubblicità sanitaria e vigila affinché il comportamento dei Professionisti non arrechi danno al decoro della Professione, intervenendo con provvedimenti disciplinari, verificando che vengano rispettate le tariffe indicative previste dal Tariffario e controllando che non siano messi in atto fenomeni di concorrenza sleale.

Il Collegio, inoltre, si interpone nelle controversie tra Iscritti e Clienti per ragioni di spese o di onorari inerenti l’esercizio della professione, cercando di procurare la conciliazione della vertenza. In ogni caso il parere del Collegio non è vincolante e i contendenti possono in qualunque momento rivolgersi all’Autorità Giudiziaria.
In caso di necessità, l’Infermiere Libero Professionista, potrà sempre contare sull’appoggio di un Consulente legale esperto nella gestione delle problematiche specifiche delle Professioni sanitarie disponibile al Collegio, previo appuntamento.

Il Collegio promuove e favorisce le iniziative intese a facilitare il progresso culturale e lo sviluppo sociale della categoria professionale, facendosi promotore di attività formative, di aggiornamento e sostenendo iniziative promosse da altri soggetti (Aziende Sanitarie o Enti di formazione).
Promuove l’attività Libero Professionale in diversi ambiti: universitario, nelle Aziende, rivolgendosi agli Infermieri che hanno un contratto part-time al 50% e agli Infermieri che hanno appena concluso l’attività lavorativa.
La promozione extra professionale si realizza mediante la pubblicazione di elenchi degli Infermieri Liberi Professionisti in forma singola o associata, agevolando la promozione di tale figura all’interno delle Aziende Sanitarie e sul Territorio.

Il Collegio promuove ed incentiva la pubblicazione, sulla propria Rivista, di articoli relativi a esperienze di eccellenza ed alle realtà peculiari della Professione, anche quella Libera.

Marianna Perilli
Consigliere Collegio IPASVI di Lucca

 

 

LA LIBERA PROFESSIONE INFERMIERISTICA: MODALITÀ DI ESERCIZIO
di Paolo Zoppi

Per valutare il contesto della Libera Professione, è necessario andare a vedere come si è sviluppata nel tempo sia in termini di norme sia a livello di occupazione, nonché della percezione che i Cittadini hanno della Libera Professione e nel contempo la percezione che l’Infermiere Libero Professionista ha della stessa.

In termini normativi, è necessario dividere in 2 grandi periodi la nostra analisi:
Il periodo precedente gli anni novanta del secolo scorso, epoca di preparazione a ciò che è avvenuto nel decennio successivo e il periodo successivo agli anni novanta, anni che hanno modificato profondamente la Professione Infermieristica.
Negli anni ottanta si è cominciato a rivedere l’ordinamento didattico, ma le norme erano ancora rigide, legate al Mansionario che per alcuni era una gabbia e per altri una protezione dietro la quale nascondersi dalle responsabilità. La Libera Professione era praticamente sconosciuta; la formazione era esclusivamente affidata alle Regioni, l’occupazione avveniva nella quasi totalità nelle grandi organizzazioni pubbliche, in minor numero in quelle private: per gli Infermieri l’Ospedale rimaneva la meta professionale. Vi erano, infatti, pochissime prestazioni extra; generalmente le prestazioni erano rivolte a conoscenti o erano attività sommerse. Le attività fuori dagli Ospedali erano esclusivamente prestazionali sganciate da qualsiasi sistema organizzato.

Negli anni ’90 si ha l’abolizione del Mansionario, l’istituzione del Profilo Professionale, l’emanazione del Codice Deontologico e degli Ordinamenti Didattici. Si ha un salto di qualità: da “sanitaria ausiliaria”, la Professione Infermieristica diviene Professione intellettuale. L’escursus universitario è completo: laurea triennale, laurea magistrale, dottorato di ricerca.
Nonostante questo, la formazione universitaria rimane continua ad essere orientata alla “dipendenza”, con Operatori scolpiti ad hoc per esercitare come dipendenti. Non vi sono seminari, stage, tirocini in Studi professionali, né tanto meno sono tenute alcune lezioni specifiche da dottori Commercialisti esperti in Sanità o da Rappresentanti della Cassa di previdenza, per preparare i futuri Infermieri anche sulla Libera Professione.

Le Professioni Intellettuali formano professionisti, non “professionisti dipendenti”: un passaggio culturale che la nostra Professione deve ancora fare.

Passiamo adesso ad individuare gli elementi necessari per iniziare una Libera Professione:

Aprire una partita IVA.
Iscriversi al Collegio IPASVI.
Comunicare l’inizio dell’attività professionale al proprio Collegio e/o al Collegio della provincia ove si andrà a lavorare.
Rispettare le norme sulla pubblicità.
Iscriversi all’ENPAPI (ndr: Ente Nazionale Previdenza e Assistenza Professioni Infermieristiche).
Dotarsi di una copertura assicurativa, elemento fondamentale di tutela.
Avere un orientamento al mercato.
PEC (ndr: Posta Elettronica Certificata).
ECM
Adempimenti fiscali obbligatori.

Analizziamo le varie forme in cui si può esercitare la Libera Professione:
1. Forma singola

Forte investimento sulle proprie capacità.
Massima espressione di responsabilità professionale.
Diversificazione strategica su più tipologie di attività (molto importante per compensare gli andamenti di mercato).
Costi e profitti unicamente riconducibili a se stesso.
2. Forma associativa

Più Professionisti insieme che svolgono congiuntamente la loro attività professionale, possibilmente con partita IVA unica.
Possibilità di allargare gli ambiti di esercizio.
Possibilità di accettare anche assistenza sulle 24 ore, cosa impossibile per operatori singoli.
Scegliere per competenza.
Possibilità di confronto con i Colleghi.
Possibilità di gestire delle Strutture.
Costi, profitti, strategie ed investimenti da condividere nell’Assemblea dei Soci.
3. Forma cooperativa

Ha le stesse caratteristiche della forma associativa, ma viene spesso vissuta come un rapporto di dipendenza a causa di troppe “strutture anomale” sotto forma di Cooperative presenti sul mercato. Nel rapporto con Cittadini e con le Istituzioni che rappresentano la nostra clientela, dobbiamo tenere presente quali sono i livelli di percezione che si hanno rispetto alla Libera Professione. In merito ai Cittadini, si rileva una scarsa conoscenza della Professione: spesso sono orientati all’autosufficienza, soprattutto nelle zone rurali, si rivolgono ai conoscenti che generalmente indicano abusivi, anche se ultimamente si registrano segnali di cambiamento ed un’apertura verso la Professione.
Passiamo ai contenuti di esercizio delle attività professionali:

Assistenza diretta al singolo Cittadino/Cliente.
Attività di gestione con Liberi Professionisti Coordinatori di Strutture pubbliche o private.
Attività di consulenza, come l’analisi dei percorsi all’interno delle Strutture per progettare criteri di ottimizzazione delle funzioni.
Educazione alla Salute: Sanità d’iniziativa, come il Progetto della Regione Toscana che attraverso i Medici di Medicina Generale e gli Infermieri, che vuole individuare e valutare i livelli di rischio rispetto alla cronicità, avviando un percorso di monitoraggio per rallentare la progressione delle malattie croniche.

Nell’ambito della Libera Professione è necessario diventare esperti in settori specifici, perché è una richiesta in aumento.
Nella Libera Professione, inoltre, bisogna ricordarsi che è sempre importante rispondere alla chiamata dell’utente e che rifiutare un Cliente può essere molto controproducente per l’attività futura.
La Formazione è un elemento fondamentale ancora non del tutto sviluppato. Esistono in realtà pochi stages ed è difficile poter partecipare.

La Libera Professione è invece il faro dello sviluppo della Professione nel prossimo futuro.
Nei prossimi anni, i laureati Infermieri rischiano di rimanere per troppo tempo lontani dalla Professione, in attesa di un posto di lavoro come dipendente e quindi sarebbe auspicabile orientarli verso percorsi di formazione post laurea indirizzati alla Libera Professione.
Valutiamo adesso i contenuti sanitari che si prospetteranno negli scenari futuri con:

Tempi di degenza sempre più brevi.
Persone non autonome dimesse e care giver poco informati.
Blocco dei turn over con diminuzione del Personale e conseguenti lacune nei Servizi 24 H.
Anziani, Pazienti terminali e cronici con sempre meno risposte dalle Istituzioni con un ridotto numero di dipendenti in servizio.
Questo porterà necessariamente ad un processo di esternalizzazione che andrà ad agganciarsi ad un Sistema a rete che include

Medici di Medicina Generale
Studi associati.
Reti professionali.
Immaginando nel futuro un forte sviluppo della Libera Professione, a sua tutela sarà necessaria:

Maggiore vigilanza sull’applicazione delle norme e una lotta serrata all’abusivismo.
Formazione indirizzata non solo all’ Infermiere dipendente, ma anche al Libero Professionista.
Una più puntuale informazione rivolta ai Cittadini.
Una maggiore volontà di conoscere e decidere i percorsi terapeutici assistenziali, da parte dei Cittadini.
Inoltre, per esercitare la Libera Professione, bisogna ricordare alcuni obblighi di base come lo sviluppo delle competenze sempre più richieste dal mercato e la formazione di business, perché chi è Libero Professionista è anche un formatore verso il Malato e la sua famiglia ed è, soprattutto, il miglior formatore per i giovani Infermieri che si vogliono dirigere verso i nuovi orizzonti della Professione.

Dott. Paolo Zoppi
Infermiere Libero Professionista
Consigliere Collegio IPASVI di Firenze

 

TUTELA PREVIDENZIALE ED ASSISTENZIALE
di Mario Schiavon

Con la legge istitutiva del 1996, tutti i Liberi Professionisti operanti nelle professioni aventi un Albo, sono obbligati ad iscriversi alla gestione previdenziale della propria cassa. Per gli Infermieri Liberi Professionisti, questa Cassa è l’ENPAPI (Ente Nazionale Previdenza Assistenza Professioni Infermieristiche).

Queste Casse sono Enti di diritto privato ad iscrizione obbligatoria; sono gestite dalla stessa Professione, rispondono alla categoria specifica e sono finalizzate alle prestazioni contributive.
L’ENPAPI, oltre alle prestazioni contributive, ha sviluppato anche un Sistema Assistenziale per Contributi di Maternità, anche per chi non ha avuto redditi negli anni precedenti

Contributi sociali (esempio: liberi professionisti vittime di terremoti od alluvioni).
Indennità per malattia che si prolunga oltre 1 mese, sulla base del reddito.
Indennità per persone diventate inabili e che quindi non possono continuare a lavorare, con un vitalizio di € 1.000 mensili.
Orfani di lavoratori Liberi Professionisti nell’ordine di € 1.000 mensili fino all’età adulta o, se studenti, fino a 26 anni.
Vi sono, inoltre, nell’ambito dell’ENPAPI altre funzioni come quella della gestione separata ENPAPI, sviluppatasi all’interno della spending- review che coinvolge tutte le attività di collaborazione coordinata e continuativa nell’ambito infermieristico dove l’iscrizione è obbligatoria, da parte del datore di lavoro.

Questo settore, oltre a tutelare previdenzialmente tutti coloro che vi operano, permette di effettuare un lavoro di vigilanza, di procedere ad eventuali recuperi contributivi e di fare emergere il sommerso che si nasconde sotto forme contrattuali piuttosto ambigue e quindi valorizzare il mercato della Libera Professione.
I fondi versati dagli Infermieri Liberi Professionisti vengono investiti nell’ottica della rivalutazione degli accantonamenti che, per legge, devono essere garantiti nella media quinquennale del PIL (in questi anni di PIL negativo, la rivalutazione è purtroppo minima).

Il patrimonio attuale dell’ENPAPI è circa 350 milioni di euro. Per scelta propria dell’Istituto, dal 2007, si sono evitati investimenti che presentassero margini di rischio come azioni e derivati.
Allo stato attuale i 350 milioni di euro sono così suddivisi:

100 milioni in BTP che attualmente danno una buona resa;
250 milioni in investimenti appena avviati in fondi immobiliari, con 3 settori specifici di indirizzo:Energie rinnovabili.
Immobili importanti quali Centri per Anziani o Centri Sociali per persone sole per cui i comuni pagano buoni rendimenti sui quali vi è atteso un reddito anche del 12%.
FRI riguardanti ospedali, aeroporti e infrastrutture in genere. (ndr: FRI = Fondi Risparmio Immobiliare)

Dott. Mario Schiavon
Presidente Nazionale ENPAPI

 

 

LA PREVIDENZA ENPAPI
di Sandro Tranquilli

Quando un Infermiere inizia la Libera Professione, sia questa la sua unica attività o una attività parallela a quella di dipendente deve, entro 60 giorni, iscriversi all’ENPAPI: i suoi redditi, infatti, vanno assoggettati a contribuzione.
La contribuzione avviene a 2 livelli, così come previsto dalla legge 103/96.

Maggiorazione su compenso a carico del cliente: contributo integrativo da versare all’ENPAPI passato dal 2% al 4% per i privati, rimasto invariato al 2% per i clienti pubblici.
Contributo sul reddito.

Il contributo integrativo ha finalità assistenziali e serve a sostenere attività come

– Indennità di malattia.
– Interventi per stato di bisogno.
– Borse di studio per i figli.
– Sostegno per inizio attività (acquisto locali o loro ristrutturazione fino a € 15.000).
– Acquisto o ristrutturazione della prima casa.
– Rette di asilo.
– Acquisto libri di testo.

Nella malattia, l’ENPAPI sostiene inabilità dal lavoro di almeno 30 giorni, mentre nei casi di ospedalizzazione l’Iscritto viene tutelato totalmente a prescindere dal numero dei giorni di ricovero.
Per gli interventi per stato di bisogno, la cifra messa a disposizione va da € 2.500 a € 12.000 rinnovabili per un massimo di 2 anni.
Tutto questo viene fatto utilizzando il 2% del contributo integrativo. Il 2% in più, che è stato deliberato ultimamente, viene spostato sul montante previdenziale del Libero Professionista per mitigare il passaggio al regime pensionistico contributivo che comporterebbe una diminuzione delle prestazioni rispetto al regime retributivo, andando ad incidere sul montante e ciò significa recuperare in parte la prestazionalità.

Per quanto riguarda la quota relativa al reddito, l’Infermiere Libero Professionista, verserà il 12% del reddito professionale con una crescita negli anni futuri fino al 16%, considerata questa aliquota a regime.

La pensionabilità attualmente è a 65 anni per l’Infermiere Libero Professionista e la prestazione verrà erogata insieme alla capitalizzazione come previsto dalla legge, se ha almeno 5 anni di versamenti contributivi.

Se i contributi sono inferiori a 5 anni, niente viene perduto perché al compimento del sessantacinquesimo anno, i contributi versati vengono restituiti insieme alla capitalizzazione, come detta la legge.
Il contributo sul reddito viene abbattuto del 50% qualora l’Infermiere Libero Professionista sia già pensionato.

Esistono, inoltre, delle agevolazioni contributive per coloro che sono nei primi 4 anni di attività, oppure che hanno meno di 30 anni e fino al compimento del trentesimo anno: questi Infermieri possono versare la loro contribuzione nella misura del 50%.

Con l’istituzione della Gestione Separata e della Convenzione stipulata con l’INPS nel 2007, é stato possibile aprire anche il Settore Contributivo per la Gestione degli Operatori a Collaborazione le cui caratteristiche sono del tutto similari a quelle previste dall’INPS: la contribuzione è a carico del Datore di lavoro con un’aliquota del 27% per il Collaboratore puro e del 18% se il Collaboratore ha una diversa posizione previdenziale.

Dott. Sandro Tranquilli
Responsabile Area Previdenza ENPAPI

 

QUESTIONI FISCALI E TRIBUTARIE: INQUADRAMENTO TRIBUTARIO ED ESAME DELLE DIVERSE OPZIONI APPLICATIVE ALLA LUCE DELLA VIGENTE NORMATIVA
di Luca Conoscenti

L’Infermiere Libero Professionista è un soggetto fiscale con degli obblighi, in quanto assume la veste di lavoratore autonomo, che utilizza gli strumenti della sua Professione diventando imprenditore di se stesso: ciò gli comporta obblighi fiscali oltre agli obblighi contributivi che sono già stati illustrati dagli interventi precedenti.
Gli obblighi fiscali si riferiscono principalmente a:

Imposte dirette
Imposte indirette
Per le Imposte Indirette si parla soprattutto di IVA e bollo, ma sono di fatto secondarie perché, se è vero che l’Infermiere Libero Professionista acquisisce la Partita IVA al momento dell’inizio dell’attività, è vero anche che emette fatture in esenzione IVA, mentre per gli acquisti, per effetto del “pro rata” l’IVA non è detraibile, ma va a formare costo.

Per le imposte dirette, si va ovviamente all’IRPEF.
Per le imposte dirette, vige il principio di cassa, cioè il reddito viene determinato dai compensi percepiti al momento dell’incasso e questo avviene anche per le spese.

Tutto questo deve essere inserito nelle scritture contabili. Per chi vuole iniziare un’attività di questo tipo, esistono allo stato attuale 2 sistemi fiscali particolarmente agevolativi:

Sistema “de minimi”. Esso comporta:Tassazione forfettaria del 5% in imposta sostitutiva IRPEF.
Nessuna tenuta di scritture contabili, ma solo conservazione dei documenti.
Non è soggetta a studi di settore.
Non si paga IRAP.
Per tutta la durata dell’anno nel quale si apre l’attività, più altri 4 anni se l’Operatore è sotto i 35 anni, fino al loro compimento (35 anni), Non si devono superare € 30 mila di ricavi.
Sistema “Nuove iniziative”,regime nato anteriormente al “de minimi”. Esso comporta:Tassazione al 10%.
Non necessaria tenuta scritture contabili.
Non si paga IRAP.
E’ soggetto agli Studi di Settore.
Il plafond di ricavi massimi, per stare nel sistema, è pari alle vecchie Lire, 60 milioni.
E’ fatta per attività con permanenza breve nel Sistema (3 anni).

Queste iniziative sono nate soprattutto con l’obiettivo di fare emergere il sommerso. Nel 2001, il governo Berlusconi, ha stretto le maglie riducendo gli ambiti di operatività di questi 2 sistemi.
Qualora il reddito si ipotizzi superiore, si deve per forza ricorrere ai sistemi di contabilità tipica che sono i seguenti:

Ordinaria (con riscontro sia economico che finanziario)
Semplificata (con riscontro solo economico)
La scelta va fatta sulla base delle necessità ricordando che la contabilità non è uno strumento solo ai fini fiscali, ma anche ai fini gestionali, per cui ci informa se la nostra azienda va bene o male. Quindi, in caso di un’attività piuttosto strutturata, sarà bene optare per un sistema ordinario, lasciando il sistema semplificato per le attività più semplici.

In questo caso, la tassazione, è molto diversa rispetto ai Sistemi Agevolati: l’IRPEF va a scaglioni progressivi con un’aliquota minima del 23% fino a € 15 mila di utili, poi passa al 27% fino ad arrivare al 43%. In più, vi sono da calcolare le addizionali Comunali e Regionali, che vengono stabilite di volta in volta dal Comune e dalla Regione di residenza e che quindi variano ma mediamente, nel complesso, possono essere stimate complessivamente in un ulteriore 1,5%.

Inoltre, se siete Associati Professionalmente, scatta anche l’IRAP in ordine al 3,9%.

Infine, dopo il primo anno, il Professionista è soggetto al controllo automatico di congruità fiscale con gli Studi di Settore, una serie di tabelle che tendono a stabilire il reddito medio di ogni attività: qualora il contribuente dichiarasse un dato inferiore, sarà soggetto ad un accertamento automatico da parte dell’Agenzia delle Entrate.

E’ consigliabile creare un Fondo Imposte a cui procedere con gli accantonamenti ai fini fiscali ogni volta che si percepisce un compenso, in modo che al momento delle scadenze si abbiano i fondi per assolverle.

Le Tasse si pagano a giugno/luglio, dove si effettua il saldo dell’anno precedente e contemporaneamente si versa la 1a rata di acconto dell’anno in corso.
A novembre si paga la 2a rata, a saldo dell’acconto dell’anno in corso.

Le Imposte si pagano on-line, quindi, o si delega un Professionista, o ci si dota di un sistema home banking.
Appurato che il fisco può effettuare gli accertamenti dopo alcuni anni dalla dichiarazione dei redditi, è consigliabile tenere comunque un’ordinata attività bancaria al fine di poter rispondere efficacemente a tutte le eventuali contestazioni.

In merito alle Associazioni Professionali, queste non godono di alcun sistema privilegiato, il soggetto d’imposta è l’Associazione stessa, che paga le tasse e divide il reddito poi successivamente fra gli Associati.
L’Associazione Professionale è soprattutto una risposta al mercato da parte della Libera Professione ed è volta soprattutto alla fidelizzazione del Cliente attraverso l’offerta di una pluralità di servizi. L’Associazione si costituisce con l’autentica da parte del Notaio dell’Atto Costitutivo, contenente anche lo Statuto, dove è importante ed altamente consigliabile che vi siano bene esplicitate le clausole di risoluzione del rapporto (in modo molto chiaro ed esatto) nel caso che, se il sodalizio professionale non dovesse più funzionare, non ci sia bisogno di lunghe discussioni perché i termini di risoluzione sono presenti negli Atti.

Per tutte le questioni fiscali e tributarie è preferibile e consigliabile che l’Infermiere Libero Professionista scelga di affidarsi ad un Commercialista esperto nel Settore.

Dott. Rag. Luca Conoscenti
Commercialista, Lucca

Pagina aggiornata il 19/06/2013